Villa Myriam, l’abitazione di Ruggero Leoncavallo a Brissago, venne edificata nel 1903 su disegno di Ferdinando Bernasconi, l’architetto che l’anno prima a Locarno, con l’aiuto del compositore e su iniziativa del sindaco Francesco Balli, aveva dato alla Città il suo teatro, dove il 4 aprile dello stesso anno allestirà Pagliacci. In Ticino, a Vacallo, e poi a Cannero, sulle rive italiane del Lago Maggiore, Leoncavallo era giunto anni prima, in parte anche sulle tracce di Giacomo Puccini. Dopo il successo internazionale e l’agiatezza economica, il ricordo del clima mite e dell’atmosfera accogliente decisero il compositore a stabilirsi a Brissago.
Qui avrebbe trascorso i momenti di riposo che l’ormai frenetica attività compositiva e direttoriale gli avrebbero concesso. Come tuttora si può desumere dalle fotografie, si trattava di una villa di stile Liberty che ospitava, nelle decorazioni come in molti dettagli architettonici, contaminazioni di provenienza e di matrice diverse. Estremamente suggestivo era il parco che la circondava, in cui Leoncavallo aveva disseminato statue raffiguranti alcune delle più significative figure legate alla sua produzione di operista, e che si affacciava sullo splendido scenario del Lago Maggiore. “Ma anche sotto il profilo strettamente architettonico Villa Leoncavallo costituiva un'elegante manifestazione eclettica: dall'esercizio moresco delle finestre alle massicce
statue medievali celate nel parco, che ben si attagliava alla florealità del complesso. Si sa quanta fortuna abbia riscontrato nel Ticino lo stile eclettico, che si attestava a un'armoniosa combinazione formale di impianti tradizionali con elementi esotici riesumati dalla storia dell'arte e compenetrati in modo autonomo. Ai margini di un'Europa che viveva una stagione di profonda incertezza politica e che rispecchiava il suo disorientamento estetico nella confusione evasiva degli stili, la neghittosa Locarno si destava e le palazzine liberty e eclettiche conquistavano, "sfoggiando fiduciosamente i coloriti esotismi delle merlature" la zona a sud della città, che allora
era limitata alla attuale via Luini. […] Villa Leoncavallo non giungeva a simili vistosi acmi di scenografia; nel gioco dei cromatismi, ma specie all'interno, nei medaglioni degli stucchi, si avvicinava più alle discrete e flessuose volute del liberty. Liberty che, è noto, fu anzitutto stile decorativo.” (Eber) Le vicende che portarono alla demolizione di questa importante testimonianza architettonica e storica risalgono agli anni 1974 – 1978 (Eco di Locarno, martedì 13 aprile 1978). Gli allora proprietari della villa, signori Forster di Thalwil, pubblicarono nel corso del 1974 e del 1975 alcune inserzioni su quotidiani ticinesi per poter vendere la villa, ma nessuno si fece avanti. L’acquisto venne proposto anche al comune di Brissago, per una spesa pari a circa 700 mila franchi. Il municipio, che aveva già in programma un grosso investimento per l’acquisizione della Casa Baccalà, non prese in considerazione la possibilità di un ulteriore sforzo economico. Malgrado l’interessamento di un privato, le trattative per la vendita della proprietà fallirono ed il 13 marzo 1978, l’architetto Marco Bernasconi, per conto dei proprietari e su autorizzazione delle autorità municipali, fece demolire la villa per dare
avvio alla costruzione di una casa d’appartamenti.